CRITICAL TEXTS

Credere in se stessi
Credere in se stessi
Giovanni Faccenda
Si provi a riflettere solo per qualche istante cosa significhi scegliere la strada pittorica di Scuffi negli anni Settanta, cioè quando l’artista inizia il suo lavoro.
Il panorama estetico vedeva trionfare l’arte concettuale, la body art, la land art, l’arte povera, la transavanguardia …
Si provi a immaginare, adesso, cosa voglia dire per un artista voltare le spalle a quelle esperienze artistiche e ai critici sulla cresta dell’onda che la diffondevano.
Grande coraggio, quello di Scuffi, nel seguire la propria musa, sia con la certezza di essere lontano dalle tendenze artistiche “vincenti”, sia con la fede che ha senso nella vita è credere in se stessi, nella serietà e onestà del proprio lavoro, anche accettando il silenzio verso la propria opera come la più probabile conseguenza.
09/01/2012
Architetture solari
Architetture solari
Giuseppe Cordoni
Scorro le immagini di alcune opere di Marcello Scuffi che vanno ad illustrare questo calendario, quei suoi circhi favolosi che la memoria torna ad allestire in antiche corti contadine all’ombra dei suoi colli pistoiesi, l’architettura solare che sostiene le sue nature morte, il destino ultimo dei suoi treni condannati al deposito, e subito ci si rende conto di come, senza mai stancarsi, persino ossessivamente, la sua meditazione abbia sempre ruotato attorno l’ossimoro tempo e silenzio. Sino a ricavarne un linguaggio pittorico ed un messaggio poetico di diamantina purezza.
16/05/2010
L
L'arte è silenzio
Alda Merini
C’è gente che anela all’arte e si rende schiava di determinate parole. C’è gente che non comprende l’arte, ma la vuole ugualmente conquistare e non capisce che l’arte è soltanto SILENZIO. Ridurre l’arte alla menopea vuol dire ridurla all’infelicità. L’arte non è un nascondiglio per le volpi e neanche per il lupo che vuole mangiarsi la preda.
09/04/2009
Il neo-italianista moderno
Il neo-italianista moderno
Vittorio Sgarbi
In Scuffi tutto è necessario, tutto è essenziale. Perché la semplicità originaria che ci fa capire le sue opere, non è la banalizzazione del mondo, ma il suo segreto più recondito, il mistero irrivelato, la pietra filosofale.
09/09/2005
La lezione di Cézanne
La lezione di Cézanne
Marco Dolfi
C’è una poesia strana e profonda, misteriosa in queste opere, sicuramente si sente la lezione di Cézanne, per l’inquadratura mai convenzionale in modo che il taglio del quadro non resti immobile e scontato. Linee, forme e colori raggiungono il massimo dell’espressività inseriti nel dipinto secondo la logica più ferrea della costruzione rigorosa. La bellezza di queste opere sta proprio nell’armonia compiuta tra composizione e colore.
08/09/2005
Elaborazione concettuale
Elaborazione concettuale
Dino Carlesi
Scrivevo anni fa, a proposito della pittura di Marcello Scuffi, che egli ‘poteva affinare ancora non dico il mestiere, che era già sapiente ma l’elaborazione concettuale che di quel mestiere era la logica premessa’ e preconizzavo che il suo lavoro non si sarebbe appiattito nella routine ma avrebbe continuato a proporre allo spettatore i ‘sussulti del dubbio costruttivo’, le esitazioni salutari – psicologiche e stilistiche – che accompagnano sempre l’atto creativo. Scuffi ha mantenuto gli impegni con se stesso e con il suo pubblico: il suo discorso, infatti, si è arricchito di autonomia formale al punto da perdere per strada la memoria dei suoi specifici riferimenti storici, riuscendo a rimanere fedele ad un retroterra istintivo e immaginativo idoneo a far emergere i valori legati ad un suo indiscutibile talento naturale. Oggi si può affermare che Marcello Scuffi, nel labirinto non sempre nobile dell’arte toscana e italiana, si presenta come una delle voci più limpide anche se l’uomo, per sua natura, rimane legato ad una sua semplice e naturale riservatezza.
22/03/2003
Se fosse musica, sarebbe una sinfonia
Se fosse musica, sarebbe una sinfonia
Beba Marsano
Se fosse musica, sarebbe una sinfonia. Decadente, sommessa. Se fosse poesia, sarebbe un’elegia. Mesta, struggente. Se fosse il tempo, sarebbe l’autunno. In tutta la sua lirica malinconica. La pittura di Marcello Scuffi ha partiture autunnali. Senza però retorica del tramonto e delle foglie morte... Egli punta il suo occhio pittorico su marine silenziose e sottilmente metafisiche, stabilimenti smobilitati, barche coperte, periferie di paese con piccole tende da circo, casolari vuoti, paesaggi addormentati, notturni di luna spettrali.
19/07/1999